Viaggio di un fuori sede
Ecco di nuovo aumenti, il treno costa di più e i soldi in tasca sono di meno e non solo, quel treno, quello strapieno, quello affollato che però prendevi per un soffio, il tempo di una coincidenza non c'è più, ora c'è solo quello prima anche se fa freddo è buio, piove e a stento riesci a passare la matita e il fard per il sonno è così, per la prossiama lezione, per il prossimo esame e per un paesino di cui nessuno si cura se non in estate
Pazienza, resta il rumore, resta la triste sala d' attesa e restano gli altri pochi pendolari grigi come fantasmi ad invecchiare tra un lamento e l'altro, tra un ritardo e l'alro.
In fondo ai binari, da sola, però alzi gli occhi, su c'è il cielo, anche se sono le 06.30, là presto sarà primavra, una striscia rosa dirà che è già l'alba, che tutto si sveglia, non solo te, e quel rosa e quell'azzurro tingeranno i tuoi occhi e i tuoi pensieri, allora andrà meglio, non c'è solo il treno, non c'è solo la ferrovia ci vorrebbe anche un po' di buon senso da parte di tutti pendolari per primi, ci vorrebbe non esser da soli.
Poi il fischio le luci, poi sali e vai via, poi mostri il biglietto poi pensi al passato e poi scendi e risali, la borsa, la sciarpa, gli appunti, la porta e tutto sarà uguale domani mattina, un momento non tutto...
Ecco sei arrivata, ecco forse è l'ultima fermata.