Ciao. ecco un'altra sera. Tutto ok, sto bene, sto pensando a domani, anzi a tutta la settimana prossima, a come organizzarmi il tempo.
Frequento l'università, abito piuttosto lontano però e arrivare ogni giorno per le 8, avere la mente sveglia per studiare, ripetermi che il 4 aprile ho il prox esame non è il massimo, non è rilassante. Ho appena concluso la frequenza in un paio di reparti, è stata un' esperienza bella, gratificante, ma lascia sempre un velo di tristezza, almeno a me viene da pensare e se i pazienti fossero miei cari? Vorrei questo, vorrei quello? Mi piace pensare che i medici, quelli veri pensino così tutti i giorni, curino così tutti i giorni... "come se i pazienti fossero..." perchè è un angoscia ma così si da il meglio.
Sono solo studente anzi...essa e non ho ancora il senso della misura ecco perchè i reparti mi mettono ancora ansia, dopo ho paura che le persone che amo si ammalino, ma ora lo so non è così! Una cosa che si vede in corsia poi non centra niente con i problemi di casa... è un inganno, è uno specchio che riflette dove non dovrebbe. Meno male.
Gli esami ancora sono nozioni, una dietro l'altra, sono sterili, non innescano scintille speciali quasi mai, l'università secondo me dovrebbe fare di più, dare di più.
Ogni mattina, anche domani :) per fortuna dal treno posso vedere il mare, il mare è una furia in certi giorni, una poesia in altri, il suo colore è un bel regalo per i miei occhi, mi piace mi da sicurezza, mi viene in mente come sarebbe perdersi fra le sue onde... chissà se qualcuno verrebbe a prendermi... chissà forse no.
Posso vedere anche uno scorcio anche dei luoghi della mia adolescenza, del mio liceo, una vita che non tornerà più, ogni volta anche senza volere mi chiedo se in quel periodo sono stata felice, la risposta è no e allora qualcosa non quadra.
Peccato, ora sono felice? Nemmeno. Eppure ho più anni, eppura sono più autonoma, indipendente, sono tutto ma felice no.
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