Penso e ripenso, ma nessuna conclusione, una tastiera davanti a me, uno schermo e niente più.
C'è rabbia nel cuore. Crescere vuol dire cambiare, perdere qualcosa e aggiugere altre cose,
crescere vuol dire soffrire.
Non è sbagliato è soffrire, farlo da soli è sbagliato, se accade in compagnia passa prima.
Crescere è un virus, si sta un po' a letto, arriva la febbre, si suda, si rimane senza fame e senza forze e poi piano piano tutto passa, la malattia passa, basta un antipiretico o un antinfiammatorio e una mattina ci si ritrova grandi.
Grandi, ma con la testa piena di pensieri e tanto male che durerà ancora qualche giorno, perchè tutto quello che si è stati fino al giorno prima non va via in una notte di febbre.
Forse sto cambiando, può darsi che il viaggio sia fermo perchè devo mettere benzina, in teoria sarebbe facile solo che nell' area di sosta c'è qualcuno che mi da fastidio, i soliti, che passano e danno noia se una donna è da sola, da sola in mezzo a una superstrada. E' quasi notte in questo viaggio, dovrei cercare un posto per dormire, per riposarmi un po', guido da troppe ore, da troppi anni, la vista è offuscata, la mente non è lucida, ci vuole di corsa un albergo, anche solo un motel, per recuperare almeno 8 ore e vedere se domani mattina sono più io e se spunta un po' di sole. Fuori è freddo, è buio, le luci della strada non illuminano più e i fari delle auto abbagliano e basta. Ci sono tanti fari, troppi, le auto sono scure, corrono via veloci, vanno in fretta a cercare quello che non c'è.
Io devo riposare.
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