appunti di pensieri, cose che faccio, cose che osservo quando "giro"per le strade di questa vita, cose nuove che scopro, cose nuove che sogno, fino quando poi un giorno, credo, deciderò di fermarmi
martedì 25 ottobre 2011
martedì 30 agosto 2011
tramonto
poche parole
“This is the way that we love
Like it’s forever
Then live the rest of our life
But not togheter”
-Questo è il modo in cui amiamo, come se fosse per sempre, poi viviamo il resto della nostra vita ma non insieme–
“Wake up in the morning stumble on my life
Can’t get no love whithout sacrifice”
-mi sono svegliato al mattino inciampando nella mia vita, non si può ottenere amore senza sacrificio-
“I feel as if I’m wasted,
And I m wasted everyday”
- mi sento come se avessi sprecato tempo e come se mi fossi sprecata io ogni giorno-
“Two o’clock in the morning
Something’ s on my mind
Can’t get no rest
Keep walking around
If I pretend that nothing ever went wrong
I can get to my sleep
I can think that we just carried on
This the hardest story that I’ve ever told”
-Due del mattino non riesco a riposare, cammino in giro
Se faccio finta che niente sia andato male posso tornare a dormire
Potrei pensare che abbiamo voltato pagina.
Questa è la storia più difficile che abbia mai raccontato-
“This the you left me
I m not pretending
No hope, no love, no glory, no happy ending”
-questo è il modo in cui mi hai lasciato, non sto fingendo,
senza speranza, senza amore, senza gloria, senza lieto fine-
Happy ending ( Mika)
domenica 21 agosto 2011
Me
Per raccontarmi, per fermare chi sono, occhio le foto ingannanano sono giochi, noi siamo molto di più, per fortuna!
giovedì 11 agosto 2011
racconto 1: Anna e Marco
Apriamo uno scorcio sulla gioventù bruciata del dopoduemila, Marco e Anna, per la privacy mettiamo due nomi di fantasia, sono belli e giovani, lei ha 27 anni lui quasi 30, Marco e Anna hanno 3 bimbi, Marco e Anna fino ieri erano una famiglia ma oggi non lo sono più.
Marco e Anna non sono mai stati felici.
Si erano conosciuti sei anni prima nel bar dove lavorava lei, a Sanremo.
Per Anna era l’ennesimo lavoro, all’epoca aveva solo 20 anni, ma lavorava ormai già da quando ne aveva quindici, aveva fatto la cameriera, la commessa, la donna delle pulizie.
Anche Marco aveva iniziato a lavorare presto, come muratore, da giovanissimo, aveva passato un paio d’anni a lavorare nel Tigullio, come aiuto, poi aveva preso coraggio e si era trasferito in Francia, pur mantenendo la residenza in Italia, così quello che guadagnava se non altro non era vincolato alle leggi italiane.
Era stato bello, un’esperienza che se non altro lo distraeva dai suoi pensieri, dalla ex che l’aveva mollato, dalla madre che nemmeno gli parlava e dal padre che non aveva mai conosciuto.
Tutto filava liscio nella sua vita, fino a quel giorno, a Sanremo, in quel bar, faceva caldo, lui aveva chiesto una birra, lei bellissima gli aveva sorriso.
Colpo di fulmine, dopo una settimana stavano insieme. Dopo due mesi Anna scoprì di aspettare un bambino.
Anna però era giovane, Anna forse dentro era ancora troppo bambina per iniziare a pensare seriamente di doverne crescerne uno, anzi una.
Del fatto che non erano ancora sposati non le importava, lei amava Marco e sapeva bene che Marco amava lei, questo bastava, un pezzo di carta non serviva certo a chiarirle quello che provava.
Nel suo cuore desiderava quella bambina, ma era depressa e la depressione si è fatta più forte quando il padrone del bar, non appena la pancia ha iniziato a spuntare fuori l’ha licenziata.
Ha passato una settimana a letto a piangere.
Marco non sapeva che fare, ma, un giorno ha capito, le ha detto: “Sposiamoci.”
Si sono sposati in comune e dopo poco è nata la bimba.
La vita riprende, Marco è lontano spesso, lavora sempre in Francia, Anna ogni giorno si fa più donna, Anna cresce con la sua bimba, cresce e per fortuna continua ad amare Marco. Passano due anni e arriva un altro bimbo, passa un anno e ne arriva un altro ancora.
Ormai Anna fa la mamma a tempo pieno, ma non è facile, è da sola, ha solo un’amica che ogni tanto le da una mano…ma ogni tanto non basta, quando hai si hanno due bimbi e un neonato.
Anna ricade nel circolo maledetto della depressione, ma questa volta è più grave perché inizia a bere.
Marco purtroppo non si accorge di nulla, sta sempre fuori così tanto, non nota nulla di strano, lui in quel periodo è preso solo dalla voglia di guadagnare e dai suoi bambini.
Le spese sono tante, l’affitto, il padrone di casa, che per fortuna non li assilla troppo, in cambio di qualche lavoro nell’ appartamento, il progetto di comprare un auto, qualche debito da saldare.
E’ dura, ma il parlottio dei bimbi rende sopportabile qualunque sacrificio.
Anna non dice nulla, quando c’è Marco, a tavola non si azzarda neanche a toccare neanche il vino.
Le settimane continuano a passare. Chi inizia a notare qualcosa di strano è proprio l’amica, si accorge che Anna esce meno con i bambini, vede le tapparelle abbassate a volte anche fino mezzogiorno.
Sospetta, sente che c’è qualcosa che non va.
Un giorno telefona ad Anna, visto che al campanello non c’era verso di farsi aprire e nell ‘ apparecchio sente la sua voce…spezzata e non di pianto…pareva addormentata, sembrava buffa, lì per lì ha pensato: “Scherza” ma poi ha capito, Anna non scherzava, Anna era ubriaca… e di sicuro era già successo altre volte…ecco perché tutte quelle stranezze.
E i bimbi? In quei momenti chi stava con loro?
L’amica non ci pensa due volte, segnala tutto ai servizi sociali, senza nemmeno tentare di avvisare Marco.
Forse la sua decisione non è stata delle migliori forse prima si poteva tentare di arrivare a una soluzione insieme, forse si poteva parlare…
Gli assistenti sociali chiamano a casa, Marco non c’è, si fanno dire da Anna, che ancora non ha capito, quando possono trovarlo.
Richiamano, Marco risponde e gli crolla il mondo addosso.
Marco e Anna litigano, Anna piange e va via di casa, sta via due notti.
Marco è pazzo di rabbia e di gelosia.
E’ arrabbiato con Anna, ma in realtà è arrabbiato con se stesso per non aver capito.
Anna finalmente torna, i bimbi sono felici di rivederla.
Anna chiede scusa a Marco, gli dice che non capiterà mai più, che è stata debole e che è successo solo qualche volta.
Giura e stragiura, Marco le crede, ma ora il problema sono gli assistenti sociali, ormai sono stati avvertiti, ora faranno indagini.
Infatti accade così, Anna sola, poi solo Marco, poi insieme, vengono convocati più volte, vengono interrogati da semplici impiegate e da psicologi, Anna viene messa sotto cura e viene inviata al centro di salute mentale della zona, va ai colloqui più o meno regolarmente, ma un giorno a casa arriva un foglio dove si comunica la richiesta di allontanamento della bambina più grande. E’ solo una richiesta…ma una richiesta che prima o poi avrà una risposta.
La bimba viene subito mandata a vivere dalla nonna per dimostrare che non vive in quell’ambiente, che è serena e che non sa cos’è l’alcool e loro decidono di trasferirsi lontano.
A Marco torna in mente quel paesino tranquillo dove aveva lavorato tanti anni prima, nella riviera di levante, là era davvero bello, là era tutto tranquillo, là forse la vita era più facile.
Iniziano a cercare casa, ma sono giovani, senza un lavoro fisso e con 3 bimbi, che garanzie possono offrire?
Le agenzie pretendono troppi soldi, allora almeno per i primi tempi decidono di cercare per conto loro e internet è il mezzo più rapido… le prime telefonate non hanno successo, la cantilena è sempre la stessa: “E’ stata affittata, è stata affittata” Ne trovano un libero, ma è nell’ entroterra, lontano dalle scuole e dalla vita, per loro che sono sempre senza le quattro ruote, la vanno lo stesso a vedere, la proprietaria è sgarbata…e comunque la casa davvero non va bene, decidono di proseguire la ricerca…ed ecco un lume di speranza, la casa è abbastanza vicina al mare, il posto è carino, le stanze sono 3, c’è anche il giardino.
Chiamano e per il giorno successivo ottengono un appuntamento. Questa volta c’è una giovane proprietaria, o probabilmente la figlia del proprietario ad attenderli, è gentile, loro con la tempesta che hanno nel cuore hanno solo bisogno di sentirsi finalmente accettati.
Certo la casa non è proprio in riva al mare e con i passeggini non sarà facile, non sarà facile soprattutto se Anna continuerà ad indossare zeppe così alte, vezzo di femminilità che ancora la contraddistingue.
La casa piace moltissimo a Marco abbastanza ad Anna.
A Marco piace anche perchè la sera prima l’ hanno contattato per un possibile lavoro in un impresa lì vicino, avrebbe avuto l’incarico solo per qualche mese, certo, ma era comunque qualcosa.
I giovani si siedono si guardano negli occhi, Marco le dice: “Amò… ho il lavoro qui, la casa è grande…” e Anna. “Sì” ma non sembra convinta, non è la casa ancora l’ ansia che sente dentro a non piacerle?
Marco aggiunge scherzoso: “Amò facciamo come vuoi…sempre come vuoi”
La proprietaria li aiuta un po’ e da sola dice, se ci volete pensare…ma loro non ci volevano pensare, loro la casa la volevano e subito, loro avevano bisogno di allontanarsi da Sanremo, loro volevano iniziare una vita normale.
Lasciano un anticipo e già da quella sera hanno le chiavi, il mattino dopo Anna esce, desidera un lavoro, desidera non fare più solo la mamma, tanto due bimbi ormai potevano essere iscritti all’ asilo.
Ha fortuna, benché l’estate sia iniziata da un po’ trova comunque un ristorante che sta cercando una cameriera stagionale e se si comporterà bene potrà avere il contratto rinnovato per tutto l’anno, è un’occasione Anna deve essere cos’ brava da non lasciarsela scappare.
Ma Anna non è brava, comincia subito a stufarsi, al lavoro rompe tanti bicchieri, si arrabbia con Marco, dice che la casa è troppo lontana dal ristorante, nelle ore libere non torna, non va dai bambini.
Anna e Marco litigano un’altra volta.
Alzano la voce, tanto, gli altri inquilini li sentono.
Passa un altro giorno, Anna va lavorare, ma, quella sera non torna e non torna nemmeno quando non è più sera ma diventa notte.
Rientra tardi, alle 03.00 i bambini per fortuna dormono, ma Marco no e quando la vede arrivare le grida di tutto dal terrazzo, Anna entra a casa e scoppia un’ altra lite furibonda.
Forse Anna ha di nuovo bevuto. Gli altri inquilini sentono un’ altra volta le grida, non capiscono cosa succede e la mattina dopo avvertono i padroni di questi episodi notturni.
Ne sono evidentemente infastiditi, loro in fondo sono lì solo per le vacanze estive e desiderano solo riposare.
Passa un altro giorno, stessa scena, proprio la stessa fino alle 20.00.
Anna dopo quell’ora risulta irreperibile… Marco prova e riprova, fino a notte, fino a quando non riceve lui una chiamata, è il pronto soccorso, hanno portato Anna, trovata in coma etilico sulla spiaggia.
Anna ora dorme, sembra tranquilla ma ancora non parla e non sembra molto recettiva.
Marco capisce che se ama i suoi bambini la storia con Anna in quel momento deve finire… anzi quando lo capisce nel suo cuore la storia con Anna è già finita.
Prepara un borsone con le cose di Anna e un borsone con le cose sue e dei figli.
Appena spunta l’ alba esce chiude piano la porta, poi il cancello, quasi fosse un rito, quasi volesse liberarsi del suo amore, va in paese e lascia le chiavi nella buca della posta dei padroni è davvero presto, non può svegliarli a quell’ora.
Attende le 8.00 e appena apre il ristorante, dove lavorava Anna lascia lì le cose che le appartengono, spiega brevemente l’ accaduto alla proprietaria, ringrazia e va via. Anna verrà a riprendersele prima o poi, Anna è adulta i suoi bambini no. Va in stazione e con i figli per mano attende il primo treno che lo riporterà a Sanremo, dove dovrà iniziare le carte per un divorzio rimandato solo per amore.
mercoledì 20 luglio 2011
2011 problemi
Siamo nel 2011... è estate, la gente vuole andare in vacanza, le solite file in autostrada, al tg le tipiche notizie, poi cronaca, storie di amori sbagliati, gelosie, conflitti mai risolti all' interno di famiglie normale, poi gossip, ormai vanno di moda le starlette, poi politica, volti vecchi, stessi problemi, soldi e sesso, favori per un favore e l'Italia va avanti, poi moda il costume di tendenza tanga... i sandali giusti: con il plateau, il trucco semplice... e le nostre giornate sono riempite.
Il precariato continua a bersagliare i giovani, le nuove coppie non concretizzano i propri sogni eppure secondo me abbiamo ancora tutti voglia di famiglia, di casa.
Chissà perchè nessuno ci aiuta.
Al ciniema niente di nuovo, il solito Potter, il volto buffo di Bisio, Kung-fu Panda che sta x uscire... ma anche il mercato cinematografico credo non se la passi bene.
Il pc è' quasi patrimonio di tutti, ma manca qualcosa, qualcosa rende ancora infelice questo paese, cosa sarà?
I soldi che non ci sono? Non credo.
Manca l'amore.
10 20 anni fa forse mancava di meno, i soldi erano anche meno ma forse si era più felici e la domenica pomeriggio aveva più senso anche per i giovani.
Tra qualche gg vado al concerto dei Tiromancino, loro l'amore, anche il più disperato lo cantano, la musica si fonde con la poesia.
martedì 19 luglio 2011
adulti di oggi
come l'aratro in mezzo alla maggese"
-pascoli-
Tanti vanno via, io non ancora, io sto ancora decidendo chi e chi sarò. Pian piano mi plasmo, mi formo, spero di diventare qualcosa di bello, di piacevole per gli occhi e il cuore.
Spero di essere sempre una persona buona.
Ora non so per niente come sono, forse sono una via di mezzo. Sono ancora molto volubile. A volte piango, per poco, poi passa, poi ancora, che ansia... però cambio e ogni giorno di più, forse va bene così, forse mi sto davvero muovendo.
Anche il mondo intorno a me cambia, qualcuno, si laurea, qualcuno si sposa, qualcuno ormai lavora da un po' e i volti fino a ieri fanciulli, gli occhi furbi e innocenti si fanno sempre più chiari, più lontani, più adulti.
E' così strano vederli cambiare, anche io sto cambiando così?
Pagine di me.
Buona fortuna
venerdì 22 aprile 2011
cosa guardi?
Come dicevo...la vita è un viaggio, si può guardare scorrerere il mondo da un finestrino o scendere dal treno, dal bus, dalla metro e vivere davvero.
Molto dipende dall'età, dal momento, da noi e dagli altri.
Ogni istante non vissuto è perso, questa è la sacrosanta verità, allora forse non ne vale la pena di restare solo lì a guardare.
domenica 20 marzo 2011
domani
Frequento l'università, abito piuttosto lontano però e arrivare ogni giorno per le 8, avere la mente sveglia per studiare, ripetermi che il 4 aprile ho il prox esame non è il massimo, non è rilassante. Ho appena concluso la frequenza in un paio di reparti, è stata un' esperienza bella, gratificante, ma lascia sempre un velo di tristezza, almeno a me viene da pensare e se i pazienti fossero miei cari? Vorrei questo, vorrei quello? Mi piace pensare che i medici, quelli veri pensino così tutti i giorni, curino così tutti i giorni... "come se i pazienti fossero..." perchè è un angoscia ma così si da il meglio.
Sono solo studente anzi...essa e non ho ancora il senso della misura ecco perchè i reparti mi mettono ancora ansia, dopo ho paura che le persone che amo si ammalino, ma ora lo so non è così! Una cosa che si vede in corsia poi non centra niente con i problemi di casa... è un inganno, è uno specchio che riflette dove non dovrebbe. Meno male.
Gli esami ancora sono nozioni, una dietro l'altra, sono sterili, non innescano scintille speciali quasi mai, l'università secondo me dovrebbe fare di più, dare di più.
Ogni mattina, anche domani :) per fortuna dal treno posso vedere il mare, il mare è una furia in certi giorni, una poesia in altri, il suo colore è un bel regalo per i miei occhi, mi piace mi da sicurezza, mi viene in mente come sarebbe perdersi fra le sue onde... chissà se qualcuno verrebbe a prendermi... chissà forse no.
Posso vedere anche uno scorcio anche dei luoghi della mia adolescenza, del mio liceo, una vita che non tornerà più, ogni volta anche senza volere mi chiedo se in quel periodo sono stata felice, la risposta è no e allora qualcosa non quadra.
Peccato, ora sono felice? Nemmeno. Eppure ho più anni, eppura sono più autonoma, indipendente, sono tutto ma felice no.
venerdì 4 marzo 2011
non è facile raccontarsi
C'è poco da dire perchè per fortuna non ho ancora tanti anni, però la vita segna presto, almeno con me è stato così, la vita gioca si diverte, ci fa scherzi e a volte regale qualche gioia.
A volte una risata nasce dal cuore e si fa tutto più sereno, ora per me penso sia tutto più sereno, ma non c'è solo ora.
Il contrasto è con prima e il prima ogni tanto pesa, sto bene, ma faccio ancora confusione, i pensieri sono troppi, tutti ingarbugliati e qualcosa lo vorrei dimenticare, anche se forse non è così non è così grave, non è chissà cosa, ma io lo vorrei dimenticare e scoprire prima chi sarò.
Lo sento, non sono ancora arrivata, sto ancora cambiando, maturando, certo forse ci sto mettendo troppo perchè bambina non sono più, ma c'è forse un'età per diventare adulti?
Spero di no, ma spero anche di raggiungere presto un equilibrio definitivo, non so cosa manca, non so chi manca, ancora non lo capisco, ma deve essere un tassello proprio importante perchè se no ora non mi farei tante domande.
Tante d0mande stancano e io a volte sono stanca.
So che esistono persone meravigliose e non solo delusioni, so che esistono persone che in un'altra vita sogni di avere vicino per sempre se per caso in questa non sono rimaste o non rimarranno... e proprio per questo so anche che vale la pena andare avanti per vedere il viso di chi verrà dopo.
Sì può ripartire anche così.
venerdì 18 febbraio 2011
giovane pendolare
Ecco di nuovo aumenti, il treno costa di più e i soldi in tasca sono di meno e non solo, quel treno, quello strapieno, quello affollato che però prendevi per un soffio, il tempo di una coincidenza non c'è più, ora c'è solo quello prima anche se fa freddo è buio, piove e a stento riesci a passare la matita e il fard per il sonno è così, per la prossiama lezione, per il prossimo esame e per un paesino di cui nessuno si cura se non in estate
Pazienza, resta il rumore, resta la triste sala d' attesa e restano gli altri pochi pendolari grigi come fantasmi ad invecchiare tra un lamento e l'altro, tra un ritardo e l'alro.
In fondo ai binari, da sola, però alzi gli occhi, su c'è il cielo, anche se sono le 06.30, là presto sarà primavra, una striscia rosa dirà che è già l'alba, che tutto si sveglia, non solo te, e quel rosa e quell'azzurro tingeranno i tuoi occhi e i tuoi pensieri, allora andrà meglio, non c'è solo il treno, non c'è solo la ferrovia ci vorrebbe anche un po' di buon senso da parte di tutti pendolari per primi, ci vorrebbe non esser da soli.
Poi il fischio le luci, poi sali e vai via, poi mostri il biglietto poi pensi al passato e poi scendi e risali, la borsa, la sciarpa, gli appunti, la porta e tutto sarà uguale domani mattina, un momento non tutto...
Ecco sei arrivata, ecco forse è l'ultima fermata.
lunedì 3 gennaio 2011
quando tutto non va
Anche se hai 15 anni.
Ti senti a terra, ti senti solo, senza amici, senza l'appoggio di una famiglia, eppure un famiglia c'è.
E' quando ti senti un ingrato anche solo per avere questi pensieri.
Non è facile essere giovanissimo e felice eppure a nessun adulto passa per la mente che sia un casino, la verità è che molti non vogliono vedere perchè non sanno come poter essere di aiuto e allora eccoli lì tutti i ragazzini su facebook a cercare quello che non c'è, anche la playstation ormai non basta più, non riempie più tutta una vita.
Non è facile avere 15 anni e dover andare a scuola anche se non si è preparato, anche se quelle ore la mattina non passano mai, anche se quella dell'altra classe è sempre più carina e se la tira da morire e pure quelle due davanti se la tirano e ridono come oche.
Non è facile trovare una via d'uscita, non è nemmeno facilre immaginarsi i sedici anni, figuriamoci il seguito.
Perchè un seguito c'è anche se lì per lì non sembra. Forse c'è anche un'uscita proprio in fondo al tunnel, c'è se non resti solo con i tuoi pochi anni.
Puoi ascoltare la musica a tutto volume per coprire il rumore della gente, ti puoi fare un tatuaggio anche solo con il trattopen, puoi tagiarti i capelli o tingerli, puoi piangere tutta la notte prchè lui o lei non ti vogliono ancora, ma non è tutto, c'è altro ci sei tu e tuoi pochi anni preziosi proprio per questo, non buttarli, vivi come vorresti vivesse un figlio tuo, vivi ora che fra 10 il peso sarà già diverso.
Il mondo chiudilo fuori ma tu restaci al centro. Non devi provare niente agli altri, devi solo essere contento di te e di quello che fai anche per te.
Chi te lo dice? Una che ho 10 anni più di te, e vorrebbe averne 15.